Fulvio Guerra
30 maggio 1931 - 27 agosto 2010
Dedicato al grande tifoso giallorosso,nonché papà dell’amico Fabio, Fulvio Guerra.
Un pensiero ad una persona giusta che ha lasciato un vuoto importante in tutti noi che abbiamo avuto la fortuna di conoscerlo.
stefanomalfatti
A nonno Fulvio
Il 27 Agosto 2010 il mio mondo è andato in frantumi in un piccolo istante e con solo tre parole che mia zia ha dovuto dire: “Nonno è morto”. Io sapevo che nonno si era sentito male la mattina e che lo avevano portato in ospedale, ma i medici avevano detto di stare tranquilli e quindi l'ansia era stata sostituita dalla speranza che sarebbe tutto passato. Mio nonno era un uomo fantastico, e non dico questo perché sono di parte, ma perché è la pura e semplice realtà. Tutti lo adoravano, parenti e non, e sono rimasti sconvolti dalla notizia della sua scomparsa perché sopraggiunta all'improvviso. Nonno aveva passato tutta la vita dedicandosi alla famiglia e al lavoro. Aveva solo una passione alla quale non ha mai rinunciato, che poi ha tramandato ai figli e ai nipoti, la Roma. E pensare che quando nonno era giovane, ancora un ragazzo, era stato preso a giocare nella sua squadra del cuore, però dovette rinunciare perché il padre aveva bisogno di aiuto al negozio. A quell'epoca il calcio non dava gli stessi profitti economici di adesso e quindi non poté coronare il suo sogno. Nonno ci raccontava sempre questa parte della sua vita, cioè la giovinezza, con orgoglio e passione. Il 30 maggio 1984 nonno festeggiava i suoi 53 anni, e sperava di poterlo fare al meglio, andando allo stadio e vedendo la Roma alzare la coppa tanto attesa. Così non fu. Ma nonno, come molti altri, non si tirarono indietro e continuarono a seguire la loro squadra del cuore. Oltre al forte dolore quando ho appreso la notizia, ho provato anche una strana sensazione. Mi sembrava impossibile che una cosa del genere potesse capitare proprio a me, quando il giorno prima lo avevo visto ridere, parlare, battibeccare con nonna, con normalità, come al solito. Non mi sono resa forse veramente conto di quello che era accaduto, fino a che non ho visto entrare la bara in chiesa. Li ho compreso sul serio che l'avevo perso, che non l'avrei più rivisto. Abituata a vivere con lui questo è stato un duro colpo. Nonno mi svegliava la mattina quando ero piccola, mi preparava la colazione, mi portava a scuola, mi veniva a riprendere e poi mi portava alle giostre. Nonno mi faceva compagnia mentre facevo i compiti. Era sempre presente, in qualsiasi occasione. Forse però il momento in cui ho sofferto di più è stato quando sono tornata allo stadio e non l'ho visto seduto sotto di noi. In quel momento ho capito che anche andare a vedere la Roma all'Olimpico non sarebbe stata più la stessa cosa. Mio nonno infatti era abbonato ai Distinti Sud. Quando finiva il campionato nonno diceva sempre che l'abbonamento non se lo sarebbe più rifatto, perchè era troppo complicato seguire ancora questo sport. Partite a tutte le ore e soprattutto nei giorni più strani. Però alla fine tutti gli anni nonno era presente, li al suo posto, con il suo cappelletto in testa. Pronto a gioire e a soffrire per una vittoria o per una sconfitta. Di una cosa mi dispiace in particolar modo, del fatto che nonno non ha potuto vedere la Roma alzare un altro trofeo, magari uno scudetto, prima di morire. Alla fine dello scorso campionato gli abbiamo detto: "Nonno ora per fare l'abbonamento bisogna fare la tessera del tifoso, tu che ne pensi?" Lui ci ha risposto:" Se per vedere la Roma bisogna fare questa tessera, allora facciamola". Ecco come era mio nonno disposto a tutto pur di poter vedere la sua Roma.
Ti voglio bene, te ne ho voluto e sempre te ne vorrò. Rimarrai sempre nel mio cuore.
Ciao Nonno
Giulia
Campionato 2000 2001 17 giugno 2001 Roma-Parma 3-1
Nonno Fulvio schierato come sempre nei Distinti Sud
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